NIGHTGUIDE INTERVISTA VIOLABACIATUTTI

NIGHTGUIDE INTERVISTA VIOLABACIATUTTI

A volte è il destino a decidere per te. E nel farlo ti chiama con il tuo nome. Violabaciatutti è uno pseudonimo destinato a caratterizzare la giovane cantautrice romana Viola Laurenzi.
Non solo perché l'artista veniva chiamata così da tutti i suoi amici, quasi per gioco (classe 1996, era destino che il film “Viola Bacia Tutti” uscito solo due anni dopo diventasse il suo secondo nome). Ma proprio perché la filosofia di vita di Viola è perfettamente aderente al gioco del destino. Nel dualismo di artista/persona, Viola confessa senza falsi pudori di innamorarsi dieci volte al giorno vivendo questa velleità in modo avventuroso: e quindi sì Viola Bacia Tutti!
Ma all'animo artistico e ribelle che la fa tendere su questo estremo, risponde la persona lucida e razionale, che catalizza questo istinto a briglie sciolte solo nel mondo delle sue canzoni. Fingendosi sfrenata nelle sue fantasie, trova l'equilibrio con i piedi ben saldati a terra, come fa l'attore con i suoi personaggi.
Violabaciatutti, in fondo, ama essere circondata da cose belle, da una costante energia positiva ma allo stesso tempo malinconica associata al ricordo. Riprendere in mano una vecchia foto diventa così la fonte di ispirazione, le lettere corrisposte con le persone a lei care, rivivono nelle sue canzoni. Perché Violabaciatutti (ancora nome omen) vive tutto passionalmente, senza filtri e castrazioni.

 
Chi o che cosa è Violabaciatutti? Parlaci della tua musica e di come nasce questo progetto.
"Violabaciatutti" è un modo di vivere la vita, in maniera leggera e malinconica allo stesso tempo, è la libertà di essere cio che si vuole quando lo si vuole. Con la mia musica voglio emanare un'atmosfera di pacatezza e romanticismo che rimanga costante nell'aria. Questo progetto è nato in un momento in cui volevo cambiare qualcosa nella mia musica, sentivo che ritornavo sempre sulle stesse armonie o linee melodiche, e la scrittura in inglese, non vivendo in un paese dove la parlassero in modo continuo, non riusciva a rappresentare bene quello che sentivo dentro. Così ho cominciato a dedicarmi alla scrittura in italiano e il mondo che ne è uscito fuori mi sta rappresentando molto. Il nome "violabaciatutti" invece l'ho preso dal film di Giovanni Veronesi del 1998, quando avevo due anni mi chiamavano tutti cosi nel mio paese d'origine e quindi ho pensato che mi potesse rappresentare bene.
 
Come sono messe le donne nel nostro panorama musicale?
Purtroppo ancora oggi ci sono tante difficoltà e passaggi insidiosi che affrontiamo noi donne in questo mondo. Se ci penso bene, fin dalla partecipazione dei talent, mi sono sentita dire battute sessuali da parte di tecnici del settore, oppure commenti sul fisico in generale, e questo è un problema legato sicuramente ad una visione patriarcale che vede la donna come "oggetto". È molto presente nella musica questa pressione che noi donne dobbiamo subire, soprattutto perché spesso si sente la necessita da parte delle major di plasmarci a loro piacimento; il fatto che passiamo attraverso le vendite ci rende automaticamente dei "prodotti" e questo rende il tutto più difficile. Questi processi vengono attivati con gli uomini ma essendo la maggior parte al potere queste situazioni vengono meno percepite. Ho notato comunque che ci sono poche donne nel panorama musicale italiano, penso che sia un fatto psicologico perché i processi descritti prima possano rendere noi donne più insicure e questo ci ha dato il diritto di esporci in modo più silenzioso e nascosto degli uomini.
 
Parliamo di “Giornate Amare”. Come nasce questo brano? 
Questo brano nasce da un momento di sconforto e in qualche modo dovevo sfogare i sentimenti negativi che avevo dentro. Grazie alla scrittura di questo testo e in particolare modo ai suoni utilizzati in studio, più tendenti al pop/rock ho voluto leggermente discostarmi dagli arrangiamenti degli altri brani presenti nell'EP cercando di uscire un po' dalla mia confort zone, e di questo sono rimasta molto soddisfatta.
 
Chi o che cosa non può mai mancare mentre scrivi musica? Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Sicuramente mentre scrivo musica non può mai mancare l'atmosfera giusta, luci delicate e soffuse in una stanza sono le cose che preferisco di più avere intorno mentre compongo; e poi l'introspezione. la costruzione continua di scenari che mi possano ispirare, perché è grazie ad emozioni sempre nuove che io riesco a descrivere ciò che provo nel profondo o addirittura riuscire solo ad immaginarlo. In generale pero mi ispiro molto alla musica angloamericana e a tutti i cantautori/cantautrici che la compongono. Spesso prima di andare a letto guardo le esibizioni live di Frank Sinatra o di Ella Fitzgerald perché scavando nel passato riesco a capire di cosa ha bisogno il presente.
 
In un mondo sempre più incentrato sul web, cosa conta di più tra una pagina IG con tanti like o un buon disco?
Dire che i like o i follower su Instagram non contino sarebbe una bugia, grazie alla presenza dei vari social, soprattutto dopo la pandemia, si sono scoperte molte possibilità lavorative e questo è un bene per la nostra società però penso che debba rimanere intatta la capacità di giudizio e di critica: “se hai una pagina con 500.000 follower non è detto che il tuo contenuto sia di qualità” penso che in molti casi quello che abbia funzionato sia stata la comunicazione corretta, quello sì. I dischi invece, purtroppo o per fortuna, non mentono, perché per quanta strategia di marketing si possa adottare le emozioni che ti può suscitare un brano escono spesso da qualsiasi logica di mercato. Detto questo, la risposta a questa domanda non può essere solo una, dipende da che strada si voglia percorrere...dare più importanza ad un social piuttosto che ad un disco non è una scelta che condivido, ma la capisco e la comprendo a pieno.
Un aspetto positivo ed uno negativo del fare musica?
Molte persone possono prendere in mano una chitarra e scrivere canzoni, questo è il bello della musica, è il fatto che ha sempre una porta aperta per quasi tutte le persone, la musica non emargina, per sua natura include sempre... il punto è, e questa è la parte negativa, che fare musica oggi significa dover competere, oltre che da un punto di vista musicale, anche su un piano di immagine e di costruzione del personaggio, e questa non è una cosa che possono fare tutti. In oltre proprio chi invece ha solo il talento rischia di rimanere indietro rispetto a musicisti meno bravi ma più carismatici e la crossmedialità da questo punto di vista penso che abbia messo ancora più in discussione gli artisti del panorama musicale che si devono sempre adattare a qualcosa di nuovo e inaspettato.

 

intervista, violabaciatutti

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